9 anni ago · Fabrizio Nannini · Commenti disabilitati su Il Primo Soccorso Psicologico (PFA): che cos’è e quando serve
Il Primo Soccorso Psicologico (PFA): che cos’è e quando serve
Il Primo Soccorso Psicologico, o PFA nel suo acronimo americano (Psychological First Aid) nasce dal riconoscimento dell’esigenza di intervenire rapidamente e su larga scala in caso di tragedie o calamità naturali, in soccorso della popolazione, dal punto di vista delle esigenze emotive e psicologiche.
Si è capito facilmente che mobilitare nella pratica una quantità di psicologi di pronto intervento proporzionale ai superstiti di un evento di massa come un uragano o un terremoto, sarebbe stato logisticamente impossibile: pertanto, si è scelto di creare dei protocolli di rapido apprendimento, immediati, efficaci e semplici da mettere in atto, che potesse essere imparata in tempi brevi da quasi chiunque potesse dare la propria disponibilità come volontario in caso di necessità (previo ovviamente il superamento di un esame).
È una disciplina, o meglio, un protocollo d’intervento piuttosto recente, nato dalla collaborazione tra il centro nazionale americano per lo studio del disturbo posttraumatico da stress (il centro è l’NTCSN, il disturbo posttraumatico da stress è il PTSD, perdonate gli acronimi ma gli americani ne usano a iosa) e diverse realtà internazionali dedicate al soccorso, del calibro della Croce Rossa, o dell’associazione americana degli psicologi, per intenderci.
È nato proprio per limitare l’insorgenza di questa terribile sindrome che è il PTSD: dall’esperienza dello studio di decine di migliaia di soggetti trattati, si è notato che l’approccio migliore non era il debrief, che poteva riacuire i sintomi psicologici, richiamando alla mente gli episodi vissuti, ma un approccio totalmente empatico, che facesse sentire immediatamente a suo agio, ascoltata e compresa, la persona che aveva subìto un trauma.
Non è un sistema diagnostico: non essendo amministrato da psicologi professionisti, non può effettuare diagnosi mediche. Nei corsi sono fornite però delle linee guida che possono aiutare a distinguere i pazienti che hanno realmente bisogno di un professionista da quelli per i quali è soltanto necessario un aiuto pratico, ed il riconoscimento empatico del proprio stato di necessità.
Nella stesura di Mental Survival ho ritenuto fondamentale esaminare tutti gli aspetti del post evento traumatico, perché non sempre con la fine dell’evento finiscono anche i problemi, anzi è proprio quando si sopravvive all’impatto che inizia la vera sopravvivenza. È in questa fase che inizia a manifestarsi la reale portata psicologica di quello che è successo, ed è da questa fase che si deve intervenire attivamente per limitare i danni futuri.
Perché se uno si salva la pelle in una tragedia, non è detto che la sua psiche non abbia subìto danni importanti; come sempre: PRIMA SI INTERVIENE E PRIMA SI RISOLVE. Le risorse online per il PFA sono tantissime e completamente gratuite, o quasi. Personalmente, ne ho trovate due ottime, ho seguito ed ottenuto il certificato sia dall’ente americano NTCSN (i fondatori della PFA, tanto materiale scaricabile) che su Coursera, alla Johns Hopkins University, dove le lezioni video di George S. Everly sono chiarissime, schematiche e facilissime da apprendere. Entrambe sono impeccabili, hanno come unica differenza due metodi di applicazione leggermente diversi.
Suggerisco a chiunque di iscriversi e di seguire non uno ma entrambe i corsi, perché le cose che si possono imparare sono davvero utilissime. Soprattutto il personale di corpi come come i soccorritori della Croce Rossa, i Vigili del Fuoco, le squadre di pronto intervento, militari e corpi speciali, o chiunque sia esposto frequentemente al contatto con delle persone in stato di trauma o che necessitano di aiuto, possono realmente avere dei vantaggi per se stessi e per gli altri con lo studio di questo utilissimo protocollo di intervento.
La lezione più bella e più difficile che il PFA ci fa capire, è che delle volte il nostro aiuto può essere preziosissimo ed efficace anche semplicemente ascoltando una persona in difficoltà con empatia e comprensione, e questo, ci può succedere in qualsiasi ambito possibile.